Gli insegnanti di Pontassieve scendono in piazza: “Situazione critica per la scuola italiana”

PONTASSIEVE – Questa mattina gli insegnanti della scuola Maria Maltoni e quelli dell’Istituto Balducci di Pontassieve hanno protestato in Piazza Cairoli contro l’attuale condizione del sistema scolastico statale che, secondo loro, rischia di subire il colpo di grazia. Grazie ad un piccolo gazebo, con attaccati cartelli con su scritto i motivi della protesta e dei disagi che il loro sciopero sta provocando, gli insegnanti hanno cercato di sensibilizzare le persone chiedendo una firma a sostegno della scuola pubblica.

I docenti, e l’intero sistema scolastico – secondo una nota scritta da una rappresentante degli insegnanti della scuola secondaria di primo grado e quella secondaria di secondo grado di Pontassieve – stanno subendo continue decurtazioni sia in termini di organico, sia di finanziamenti, sia di strutture. Un problema che rende sempre più difficile anche la gestione delle classi, visto l’aumento del rapporto alunni-docenti e classi sovraffollate anche in presenza di alunni disabili. Senza parlare dell’aumento dei requisiti per il pensionamento, che blocca l’ingresso dei giovani lavoratori nel mondo della Scuola, e che creerà un corpo docente tra i più anziani d’Europa. Di fronte a tutto questo “i docenti della scuola media e superiore di Pontassieve dicono basta!”.

Ci sono persone che non comprendono il problema, o almeno non del tutto – ci rivela una insegnante intenta a raccogliere firme – Ma purtroppo ci sono anche persone che non avvertono il problema, convinte che questo non le riguardino direttamente. Invece non è così”. Per questi motivi, stamani si sono ritrovati per informare e sensibilizzare i genitori e la cittadinanza sulla situazione davvero critica della scuola italiana e per spiegare i motivi dello stato d’agitazione in corso. In più una raccolta di firme, utile a sostenere il corpo docente.

Ma già nelle scorse settimane pare che i professori si siano mossi spiegando a scuola e ai genitori le difficoltà che li stanno portando sempre più spesso a protestare: dal taglio delle ore di insegnamento, eliminazione delle ore di compresenza, azzeramento di ore a disposizione per le supplenze, taglio delle cattedre, riduzione delle ore di sostegno per gli alunni portatori di disabilità, costringendo le scuole ad attingere alle proprie già esigue risorse, taglio delle risorse per l’edilizia scolastica. Tutte condizioni che hanno costretto gli insegnanti, spesso appoggiati dai genitori e in qualche caso anche dagli studenti, ad alzare la voce e far valere non solo i loro diritti, ma anche il diritto allo studio.

Vi chiediamo di sostenerci nelle iniziative che verranno decise e messe in atto nei prossimi giorni – scrivevano ai genitori – partecipando con contributi che arricchiscano e diano forza all’idea che la scuola deve continuare ad essere pubblica, formativa, educativa e libera”, come scritto nello striscione esposto questa mattina a Pontassieve.

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