Prospettive notturne di Pontassieve. Le fotografie di una città che viene rovesciata

PONTASSIEVE – Una Pontassieve rovesciata, vista da una nuova prospettiva, nel silenzio e nella solitudine della notte, difficile da riconoscere. Questa la visione racchiusa negli scatti realizzati da Emanuele Nappini, fotografo e grafico pontassievese, che ha deciso di ritrarre la città, in cui è cresciuto e lavora, mettendo in discussione il normale modo di vedere le cose.

Il progetto è nato in un periodo in cui stavo attraversando un momento molto difficile e di cambiamento, quando ho iniziato a mettere in discussione il mio modo solito di vedere le cose e tutte le certezze acquisite negli anni – ci rivela EmanueleAllora ho iniziato a uscire di notte e a fotografare per esprimere questa visione, per liberarla e liberarmi di essa – ci rivela Emanuele – ed è stato anche un momento di riflessione e di raccoglimento in cui ho ripreso contatto con me stesso e con il posto dove vivo“.

La notte, mentre tutti riposano e ogni attività si riduce al suo minimo, è il momento che ho scelto – scrive sul suo sito web http://www.enph.net/ – Di notte ogni cosa è illuminata da un’altra luce, è il momento in cui l’oscuro ed il sommerso, nel silenzio e al riparo da occhi indiscreti, possono emergere“.

Per diversi anni l’autore ha vissuto all’estero e, al ritorno, sentendosi slegato da tutto, grazie alla fotografia ha ritrovato il legame con il posto in cui è cresciuto. “Strisciare per terra, mettermi dietro le colonne o aggrapparmi ai muri e alle pareti, è stato anche un modo per riprendere un certo contatto fisico con la mia città e con certi luoghi a me cari, che però avevo sempre vissuto di giorno, magari distrattamente e come luoghi di passaggio ai quali si tende a dare poca importanza. Poi anche questo fatto è diventato una metafora, perché ho capito che questi luoghi invece avevano tanto da raccontare. Ma soprattutto questa situazione di spaesamento, di tensione, di precarietà, l’esigenza di venir fuori o di rimanere aggrappati a qualcosa di certo in questo mondo, anche quando i punti di vista e le prospettive cambiano, credo che possa ben rappresentare la situazione che quotidianamente vivono tanti giovani e miei coetanei“.

Emanuele Nappini, 32 anni e residente a Pontassieve, è un fotografo emergente che ha già ricevuto l’attenzione di gallerie e riviste specializzate come “Le Journal de la Photographie” che ha recente pubblicato le immagini di questo progetto nella sezione “Weekend Portfolio” curata in questa occasione dal Newyorchese W.M. Hunt, ma anche pubblicazioni sulla rivista trimestrale della Fondazione Architetti di Firenze e Prato “Opere“. In queste occasioni non ha mancato di definire le immagini di “Overnight Perspectives”, l’esigenza di colmare un distacco tra lui e lo spazio, come anche tra lui e le persone che quotidianamente lo vivono.

In queste occasioni non ha mancato di definire le immagini di “Overnight Perspectives”, l’esigenza di colmare un distacco tra lui e lo spazio, come anche tra lui e le persone che quotidianamente lo vivono. “Accettare di aver vissuto per anni solo “di giorno”, in un pieno di attività, in una luce abbagliante che rendeva impossibile ogni dubbio sullo stato delle cose e delle persone, sulla loro collocazione nello spazio e sulla loro gerarchia, è un disincanto difficile da affrontare – scrive sul suo sito – Queste Prospettive Notturne hanno dato luce alla mia oscurità, il sogno ha reso più nitida la mia realtà e il mattino è arrivato più sereno. Ed, infine, credo di aver capito che non importa a quale ora del giorno o della notte lo si voglia fare“.

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