PONTASSIEVE – Ripensare il modello che organizzerà le politiche sociali, valorizzare il volontariato e sfruttare tutte le poche risorse economiche, materiali e umane per rispondere al meglio ai nuovi bisogni della popolazione, oggi accentuati dalla crisi.
Questo è quanto è emerso dall’incontro del Laboratorio Civico di Pontassieve che si è svolto ieri sera al Palazzo Comunale, portando all’attenzione della popolazione un argomento complicato come la gestione dei servizi sociali che coinvolge anziani, disabili, situazioni di marginalità e minori.
Nella serata è emerso che le crescenti esigenze costringeranno a cambiare il modello di gestione adottato fino ad oggi, anche se questo è una delle migliori esperienze in Toscana. Il riferimento è al S.A.A.S., ovvero la gestione Associata dei Servizi Sociali tra i Comuni di Pontassieve, Pelago, Rufina, Londa e San Godenzo; gestione nata nel 1995 che, accentrando il lavoro e riducendo le spese amministrative, da circa dieci anni garantisce le stesse risposte a tutti i cittadini dei comuni limitrofi.
“In questi anni la scuola e il sociale sono stati due pilastri della nostra attività – ha detto il Sindaco di Pontassieve, Marco Mairaghi – Ma ci troviamo a gestire risorse limitate a fronte di maggiori bisogni. In questo quadro il Saas è uno dei modelli migliori ma dobbiamo cambiare il modello di gestione”.
Secondo il primo cittadino c’è la forte necessità di ripensare ai bisogni e rispondere anche con il mondo del volontariato. “Prima di fare appello alla comunità e chiedere di accompagnare l’attività che facciamo – continua Mairaghi – lo Stato ha il compito di lavorare nel miglior modo possibile. Ma la sfida è continua e nel futuro il volontariato sarà inevitabilmente un punto fermo”.
Dai presenti, che in buona parte hanno condiviso le scelte adottate in questi anni, è arrivata la richiesta di controllare maggiormente il lavoro svolto dai servizi sociali ma anche valorizzare ulteriormente il mondo del volontariato, tenendo ben presente che anche le associazioni stanno razionalizzando le spese. La proposta arrivata dal pubblico è stata quella di fare una campagna di sensibilizzazione sul mondo del volontariato per avvicinare chi può dare una mano, per evitare di trovarsi impreparati.
Ma dalla serata è emersa anche una novità. Il Comune sta seriamente valutando come recuperare il cibo che, pur essendo prodotto, non viene consumato all’interno delle mense scolastiche e finisce per essere buttato.
“Ovviamente ci sono problemi da risolvere e norme da rispettare, ma dobbiamo assolutamente trovare il modo, in un momento come questo, di non buttare via niente, recuperare il cibo e distribuirlo alle persone in difficoltà – ha detto l’assessore comunale alle politiche sociali, Monica Marini – Anche per questo progetto chiederemo nuovamente una mano al mondo del volontariato”.
Insieme a questo anche l’idea del recupero degli oggetti buttati, facendo riferimento alle esperienze degli empori della solidarietà. “Sono due progetti su cui possiamo lavorare e sui cui possiamo sviluppare un modo futuro di fare sociale – conclude Marini – In questo modo inoltre si insegna un modello differente in cui si deve buttare meno cose possibili e aver rispetto degli oggetti e del cibo. È un dovere, vista la crisi e visto che oggi abbiamo bisogno di queste cose, aiutare un maggior numero di cittadini”.
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