PONTASSIEVE – Nasce il consigliere comunale rappresentante dei cittadini stranieri. La decisione è stata presa giovedì scorso dal Consiglio Comunale di Pontassieve che ha approvato – con i voti contrari di Forza Italia, Udc e Rifondazione Comunista – la modifica dello statuto e l’istituzione di una nuova figura che dovrà portare nell’organo comunale la voce di quei cittadini stranieri comunitari, non comunitari e apolidi che vivono a Pontassieve.
Il nuovo consigliere aggiunto prenderà posto sui banchi del consiglio dalla prossima legislatura, parteciperà alla sedute del Consiglio Comunale e alle Commissioni Consiliari, avrà diritto di parola (con le modalità consentite ai consiglieri comunali) ma non potrà essere computato per la determinazione del numero legale delle sedute e non avrà diritto di voto.
Una scelta e un modo per coinvolgere quei cittadini che non hanno diritto di voto, che arriva dopo un percorso partito nella primavera di quest’anno con incontri formativi in cui molti cittadini immigrati di Pontassieve hanno compreso e conosciuto le normative nazionali e le competenze degli enti, partendo dallo studio della Costituzione fino alla struttura comunale. Un percorso appositamente finanziato dalla Provincia di Firenze e che vedrà la nascita della Consulta degli immigrati, il cui presidente poi sarà il consigliere rappresentante dei cittadini stranieri in consiglio comunale.
“L’obiettivo è l’integrazione e il coinvolgimento alla vita del Comune, l’ente più vicino ai cittadini e più vicino ai problemi reali e concreti di chi ci risiede – ha detto in consiglio comunale Monica Marini, assessore comunale alle politiche sociali – Anche noi abbiamo colto l’opportunità della Provincia con un finanziamento che ci ha consentito di iniziare un percorso con una serie di incontri per coinvolgere i cittadini stranieri, anche con la formazione. Si tratta di uno strumento che serve ad aprire una discussione e aiutare al coinvolgimento, anche se l’obiettivo ultimo è quello di non avere più bisogno di strumenti specifici”.
Una scelta che non è piaciuta ai membri dell’opposizione che, oltre a votare contro il provvedimento adottato, hanno sottolineato con forza la loro contrarietà durante il dibattito consiliare. “Indipendentemente dalla bontà dell’idea stessa di istituire una consulta e un rappresentante – dice Alessandro Borgheresi di Forza Italia – il provvedimento non può passare in questi termini perché non sono stati individuati criteri generali e non giuridici contrastando con la natura territoriale dell’ente. E poi sfugge il perché a cittadini stranieri si ravveda questa necessità rispetto ad altre comunità. Francamente mi pare che ad oggi non c’è necessità, sopratutto a livello comunale, visto che a livello nazionale l’orientamento del governo sembra essere quello di cambiare le normative”.
Idea simile quella della capogruppo di Forza Italia, Giovanna Vaggelli, che trova paradossale aggiungere un consigliere e averlo fatto con una velocità sospetta. “La legge ha tagliato del 20% il numero dei consiglieri comunali e dalle prossima legislatura da 20 diventeranno 16 – precisa Vaggelli – La prima cosa da fare nel nostro statuto era cambiare questo aspetto? In più questa proposta avviene in tempi brevissimi. E poi quanti cittadini stranieri sono stati coinvolti? Molti non sono stati informati. Non sono contraria alle persone straniere ma mi pongo queste domanda: perché tanta fretta? Perché non discuterne? Perché non coinvolgere e fare una consultazione nelle specifiche comunità?”.
Paolo Poggiale dell’UDC invece vede in questa decisione una mossa dei bersaniani utile a ottenere voti nelle prossime primarie del partito democratico. Una convinzione forte che lo ha portato a scrivere una lettera a Matteo Renzi, Sindaco di Firenze e candidato alla segreteria nazionale del Pd, informandolo che questa scelta è un modo per attirare al voto cittadini immigrati invitandoli a dare la propria preferenza alle posizioni di un candidato ex-comunista.
Accolta invece con favore l’istituzione del consigliere rappresentante degli immigrati da Alessandro Cresci (Progetto Toscana) che ha sottolineato all’opposizione l’assurdità del complotto per favorire un candidato alle primarie del PD e che il tentativo di agevolare l’integrazione dei cittadini stranieri nei territori risale ai primi anni duemila, quando i governi nazionali erano di centrodestra. “Trovare la scusante per non votare questi provvedimenti pensando alle primarie dell’altro partito lo ritengo molto superficiale – dice Cresci – Con questa scelta nei prossimi anni Pontassieve sarà promotore l’accoglienza dei cittadini stranieri che al momento non possono votare. Un consigliere in più non ruberà tempo, soldi e spazi ai consiglieri eletti”.
Visione condivisa dal capogruppo del PD, Cinzia Frosolini. “I lavoratori stranieri non li definirei una categoria e preciso all’opposizione che la rappresentanza è essenziale perché la differenza è che gli altri possono votare mentre gli immigrati no. Il consigliere aggiunto straniero dovrà essere uno strumento in più – precisa Frosolini – Non possiamo dare loro il diritto di voto ma almeno abbiamo l’umiltà di ascoltarli e molti hanno bisogno del nostro ascolto. Questa variazione è importante. Sulla fretta faccio presente che il nostro paese è particolarmente arretrato e che dovremmo fare ben altro”.
Per l’assessore Marini, che ha seguito fin dall’inizio il progetto che porterà alla formazione della Consulta, si tratta di un passo importante, visto che a Pontassieve l’incidenza dei cittadini stranieri (71 nazionalità presenti) è quasi del 10% (9,9%, 1889 residenti), e il 62,5 % è nella fascia di età 18-49 anni. Dato ancora più importante se si pensa che il 66,6 % dei minori stranieri è nato in Italia, dato che sale al 92,7% per i bambini nella fascia di età 0-5 anni.
“Crediamo fortemente in questo obiettivo e cerchiamo gli strumenti per poterlo perseguire – dice Marini – Si tratta di uno strumento di partecipazione e non di uno strumento che da diritto di voto. Sarà nostra cura aumentare la partecipazione e i modi per far conoscere a tutti i cittadini immigrati ciò che stiamo facendo ma è bene precisare che se qualcuno non è stato contattato non è assolutamente escluso. Lo strumento dovrà essere più aperto e inclusivo seno’ ci siamo persi l’obiettivo che ci siamo prefissati – conclude Marini – L’obiettivo è fare un lavoro utile, di inclusione e lasciare qualcosa di positivo all’amministrazione che verrà”.
Con tutto il bene che si può volere alla Marini, mi pare poco convincente ogni iniziativa tesa all’inclusione e alla partecipazione da parte di chi è componente di una giunta monomarca pd che ha sempre escluso esponenti di altri partiti della maggioranza. E’ ovvio che ci sia sotto qualcosa … evidentemente l’assessore intendeva un rappresentante degli immigrati purché appartenente al pd! Ahahah!
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