PONTASSIEVE – Inaugurata a Pontassieve una mostra dedicata al prezioso lavoro e alla didattica di Maria Maltoni, insegnante dai metodi innovativi che, a Pontassieve – città che decise di intitolarle una piazza e una scuola -, scelse di impegnarsi pubblicamente e vivere gli ultimi anni della sua vita.
Nella sala delle colonne, nel Palazzo Comunale, fino al 1 marzo 2015 saranno esposti i disegni e i diari dei suoi alunni quando – tra il 1920 e il 1956 – Maria Maltoni insegnò nella scuola di San Gersolè, una scuola rurale nei pressi di Impruneta divenuta famosa proprio per il prezioso lavoro di quella che tutti chiamavano “Signora maestra”.
La mostra “I Disegni di San Gersolè”, inaugurata sabato 20 dicembre, è incentrata proprio sui lavori dei suoi allievi, attraverso i quali si coglie l’approccio e la didattica di Maltoni che si basava sull’osservazione “precisa e amorosa” della realtà. Maltoni abituava i suoi scolari a rappresentare col disegno o a raccontare col diario ogni minima cosa o fatto della loro esperienza giornaliera.
Questa metodologia risultava essere originale poiché consentiva ai ragazzi di esprimersi attraverso il linguaggio colorito che usavano ogni giorno, valorizzando così la loro esperienza di vita e offrendo al tempo stesso la possibilità di un riscatto sociale e culturale.
Per Maria Maltoni essere maestra non significava “costruire” le menti dei fanciulli che le erano affidati, bensì stimolare le loro qualità innate, affinché potessero evolversi e crescere con l’acquisizione di una sempre maggiore consapevolezza di sé.
Nel 1956, lasciato l’insegnamento per raggiunti limiti di età, si trasferì a Pontassieve e qui trascorse gli ultimi otto anni di vita. In quegli anni è stata eletta in Consiglio Comunale e ha potuto anche in questa veste, così come aveva fatto con la professione di insegnante, dare il suo originale e qualificato contributo alla vita della comunità. Dopo breve malattia, Maria Maltoni morì il 18 Novembre 1964. Qualche anno dopo Pontassieve volle esprimere la sua riconoscenza all’impegno sociale profuso dalla sua nota concittadina intitolando a suo nome la Scuola Media del capoluogo e anche la piazza antistante la scuola stessa.
Per Pontassieve questa mostra – che presenta parte del materiale conservato grazie al Fondo Maria Maltoni presso la Biblioteca Comunale dell’Impruneta – non solo vuole essere un ulteriore modo di valorizzare nuovamente una figura che tutti i residenti, passando dalla zona I Villini, nominano in continuazione (ma che magari conoscono poco, ndr), ma anche recuperare la visione educativa, esplorativa, creativa e formativa della scuola.
“Forse non tutti conoscono chi era Maria Maltoni – ci dice Carlo Boni, assessore alla cultura del Comune di Pontassieve – con questa mostra la sua figura esce dall’essere solo presente nelle toponomastica di Pontassieve e diventa una occasione, soprattutto per i più giovani, per conoscere l’impatto della sua opera, del suo metodo“.

Un disegno di un alunno di Maltoni
Una mostra che unisce l’aspetto culturale, estetico, sentimentale ma anche formativo, andando a ripercorrere e ricordare quanto la formazione sia essenziale nella società.
“In questa mostra, la prima del 2015, Maria Maltoni oltre a darci la cognizione di quanto la creatività e l’espressività dei bambini, se stimolata, possa essere incredibilmente attivata fino a trasformarsi in interpretazione quasi artistica della realtà, ci offre l’opportunità di riflettere sul ruolo della scuola e dell’istruzione in un momento di enormi e velocissime trasformazioni – continua Boni – E’ stata una maestra che con la propria azione ha introdotto concetti e metodi innovativi nel mondo della scuola trasformandola radicalmente da luogo di mero indottrinamento a luogo di opportunità e di esperienza in grado di fornire gli strumenti per poter interpretare con i propri mezzi il mondo e ciò che ci circonda“.
“Oggi nell’epoca della tecnologia e l’informatica questa tematica torna di estrema attualità – conclude l’assessore – La digitalizzazione dei rapporti e della comunicazione rischia di creare forti ripercussioni sulla manualità e la capacità espressiva dei nostri ragazzi, per questo l’insegnamento sul metodo che ereditiamo da questa donna oggi più che mai deve essere un sentiero da tenere in grande considerazione“.
Sarà possibile visitare la mostra il Martedì e venerdì dalle 9.30 – 12.30; Il Mercoledì, giovedì, sabato e domenica dalle 15.30 – 18.30; Il lunedì la mostra sarà chiusa, come rimarrà chiusa il 25, 26, 31 Dicembre e il 1 e 6 Gennaio 2015.
(Articolo aggiornato il 21 dicembre alle 8.00)