PELAGO – Live in Sieve non è solo divertimento, concerti, libri e aperitivi. Già dall’anno scorso si capiva che era molto di più, non solo per i suoi utili destinati a progetti di solidarietà e per aver smentito la convinzione di vivere in una città dormitorio, ma anche perché ha dato occasione ad una comunità di ritrovarsi e riappropriarsi dei propri spazi.
Quest’anno Sulla Sieve, Associazione culturale che organizza la rassegna estiva a San Francesco (Pelago), ha superato i propri confini territoriali, è andata oltre l’essere “collettore” del territorio, ed ha deciso di inserire nella sua ampia rosa di volontari un giovane rifugiato politico che, arrivato in Italia dal Pakistan, da molte sere ormai è parte integrante dello staff e della festa stessa.
Una scelta che non è solo simbolica e che va decisamente in controtendenza rispetto all’ondata di intolleranza, razzismo e rifiuto che si sta sempre più insidiando nel dibattito politico italiano contraddistinto da un’aspra discussione sui migranti, tanto da toccare alcuni livelli istituzionali che, contrari all’accoglienza, minacciano la riduzione di risorse per quei comuni che decidono di accogliere e proteggere rifugiati e richiedenti asilo.
Così “Sulla Sieve”, giovane Associazione composta da ragazzi di questo territorio, grazie alla collaborazione con la cooperativa Pane&Rose di Prato – e all’interno di un progetto SPRAR (Sistema di Protezione Rifugiati e Richiedenti Asilo), che vede come ente capofila il Comune di Prato, in associazione con i Comuni di Vaiano, Carmignano, Poggio a Caiano, Bagno a Ripoli, San Casciano Val di Pesa, Montemurlo, Pontassieve, Incisa Val d’Arno, Figline Val D’Arno e Pelago – ha inserito un giovane rifugiato dal Pakistan (di cui non riportiamo nome e fotografie per motivi di sicurezza, ndr) tra i volontari della kermesse Live in Sieve.
Una scelta che, secondo Luigi Occhini – componente del Direttivo dell’Associazione “Sulla Sieve” -, “è in linea con i valori della mission di Sulla Sieve, che si ispirano a ideali di solidarietà, pace, dialogo e tolleranza tra culture“.
“Dopo le iniziative per il popolo Saharawi dello scorso anno abbiamo deciso di percorrere in modo più strutturato la via dell’integrazione e dell’aiuto a soggetti in difficoltà – spiega Occhini – Abbiamo quindi partecipato attraverso la cooperativa Pane&Rose di Prato, che ringrazio, ad un progetto SPRAR per inserire nel nostro organico un ragazzo rifugiato politico dal Pakistan“.
Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.
A livello territoriale gli enti locali, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.
La Val di Sieve si dimostra ancora territorio accogliente e Live in Sieve si conferma manifestazione capace di unire non solo il territorio ma anche molti valori, dalla cultura al divertimento passando infine per l’accoglienza e l’integrazione, strumenti che possono innescare un vero e profondo scambio culturale.
Ogni giovedì sera Piazza Verdi è più ricca di persone, di culture e, in questa edizione, di un giovane che – come dice Occhini – “oltre ad essere un grande lavoratore” e “una persona squisita”, come tutti i volontari, senza distinzioni, senza pregiudizi e con il sorriso sulle labbra, sta dando una grande mano negli allestimenti delle serate. “Siamo molto felici di aver fatto questa scelta – conclude Occhini – Ci auguriamo che da questa esperienza possa nascere, oltre che un’amicizia, anche un esempio per altre associazioni del territorio“.