Giovane liutaio di Pontassieve espone i suoi violini al "Music China" di Shanghai

PONTASSIEVE – Si chiama Andrea Giovannetti, ha 30 anni ed è un giovane liutaio di Pontassieve. Da soli quattro mesi ha aperto la sua bottega nel centro storico del capoluogo e, dal 14 al 17 ottobre, metterà in mostra i suoi strumenti al “Music China” di Shanghai, la più importante esposizione del mondo di strumenti e prodotti per musicisti.

La storia di Andrea è particolare, densa di dedizione, determinazione, scelte coraggiose spinte dalla passione e da un’idea romantica e concreta sul futuro della musica e dell’artigianato di qualità, unita alla ferma convinzione dell’importanza e del valore che un luogo come la Valdisieve e la Toscana rivestono in un mestiere antico e affascinante come quello del liutatio. 

Sono entrano nella sua bottega, ancora senza targa “ma presto ci sarà“. Mi mostra il laboratorio; due stanze (una affaccia sul fiume Sieve), strumenti da lavoro in fila, ordinati, puliti; scalpelli posizionati in ordine di altezza come i libri sugli scaffali; sulle pareti modelli di viola e violino. Sul tavolo da lavoro un violino scintillante, finito, lucido, è quello che porterà alla mostra di Shanghai.

Andrea mi racconta di come è nata la sua attività ma la sua passione, tangibile in ogni frase, lo porta a spaziare sui più minuscoli dettagli tecnici degli strumenti, sulla storia della musica, le scuole di pensiero che girano intorno alla produzione degli strumenti musicali, sui materiali più vari che possono dare un suono vibrante, squillante, cupo o nitido. Con orgoglio mischia botanica e falegnameria, verniciatura, filologia, storia, storia della musica, fondamenti di acustica, capacità tecnica per finire ai meno romantici adempimenti burocratici e all’attività imprenditoriale.

Andrea ha vissuto sempre a Pontassieve, solo da qualche anno vive a Firenze. Ha sempre coltivato la passione per la musica e in adolescenza si affacciò timidamente per hobby al laboratorio di Ruggero Baroni, liutaio di Pontassieve prematuramente scomparso. Finisce il liceo scientifico alla Balducci; si laurea in Scienze Naturali e nel 2012 in Biologia. Poi la crisi economica e un futuro nel precariato; Si sente davanti ad un bivio e decide di far coincidere il lavoro con la sua più grande passione. Si iscrive ad una scuola di liuteria, segue corsi intensi e in tempi record ottiene l’attestato di diploma. Senza perdere tempo oggi apre la sua bottega e in questi giorni sarà in Cina.

Una sfida con sé stesso ma anche con l’Italia, che pur vantando una tradizione di eccellenza in questo campo non apprezza quanto dovrebbe il mestiere di liutaio, e la voglia di mantenere le radici a Pontassieve invece di essere tentato dall’estero, che non manca in ogni occasione di elogiare l’arte raffinata di chi crea strumenti artigianali. Quella di Andrea è la storia di chi decide di rimanere, non solo per avviare una attività economica in un luogo che dà valore ed energia al suo mestiere, ma anche per contribuire a cambiare in Valdisieve la sensibilità verso la musica e la musica classica.

Poche ore prima della partenza ho deciso di intervistarlo:

Come ti sei avvicinato a questo mestiere e perché hai scelto, dopo un percorso di studi diverso, di intraprendere questa attività?
Non è stata semplicemente una esigenza per mancanza di prospettive lavorative nel settore in cui avevo studiato, è stato proprio cambiare vita. La dedizione e l’impegno che si infondono in un mestiere come questo è talmente tanta che è impossibile tornare indietro. Supportato totalmente anche dai miei genitori ho intrapreso un percorso diverso, complicato, sicuramente più duro. Mi sono detto “Mi ci butto, sarà difficile ma è l’attività che fa per me.

Hai finito la scuola di liuteria ed hai subito aperto una tua bottega. Adesso vai in Cina…
Vado subito in Cina a propormi perché mi sento sicuro dei miei strumenti, per farmi conoscere, far vedere i miei prodotti, le loro caratteristiche e, se piace, farli provare a studenti, professionisti, maestri di conservatori, commercianti. Nella fiera espositiva spero di prendere contatti e ordini in un mercato già avviato. Localmente non mi sono fatto conoscere ma al ritorno dalla fiera riceverò nel mio laboratorio chiunque fosse interessato.

Perché hai deciso di aprire una bottega a Pontassieve invece di andare all’estero dove il tuo lavoro è maggiormente apprezzato e ricercato e il mercato è più florido?
In Italia questo mestiere è sottovalutato, mentre all’estero viene considerato di grande livello. Ma per un liutaio l’importante non è il luogo dove si vende, ma il luogo dove si produce. La materia prima migliore è qui, la vera conoscenza della liuteria sta qui, il legno buono si trova in Italia. Qui ad esempio abbiamo l’acero campestre toscano, un legno molto particolare, con marezzature bellissime di grande variabilità, un valore aggiunto che va cercato personalmente sul territorio. Il mercato? Si, è vero, è molto forte nel resto del mondo, ma in qualche modo si raggiunge. La materia prima, la vera conoscenza e la storia della liuteria invece stanno solo qui.

Quindi lavori qui, zona che ha un valore aggiunto, guardando però solo all’estero?
Il mio interesse economico si rivolge per il 90% al resto del mondo, ma a livello locale mi piacerebbe farmi conoscere per ciò che faccio e non solo per ciò che vendo. Il mio solo interesse è che il territorio scopra queste cose, anche perché è una tradizione storica e qui radicata. In Valdisieve, nel mio piccolo, mi interesserebbe contribuire a costruire un nuovo tessuto socio culturale facendo conoscere il laboratorio a coloro che vogliono coltivare lo studio del violino e della viola e far si che si appassionino ancor di più.

Come vorresti contribuire nel realizzare questo nuovo tessuto socio culturale più vicino alla musica e al mestiere che fai?
So perfettamente che ciò che produco è estremamente di nicchia, ma trasmettere una passione è possibile e non una cosa esclusiva. Un grande musicista può nascere a New York come in Valdisieve però non potremo mai saperlo se non concediamo opportunità per scoprire questo mondo. Mi piacerebbe organizzare delle visite al laboratorio per gli studenti delle scuole, che vedrebbero come si fa davvero un violino, toccarlo, apprezzarlo, provarlo. Magari coinvolgere la Scuola di Musica Comunale e il Comune. Nel territorio credo sia possibile anche solo semplicemente far attivare una passione. Infine mi piacerebbe conoscere musicisti di Pontassieve della zona anche soltanto per provare gli strumenti e farmi dare un parere su quello che ho fatto. Già questo mi farebbe piacere perché il liutaio staccato dai musicisti è una cosa non compiuta.

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