Pontassieve, Fabbrini si dimette da capogruppo del PD. Al suo posto Passerotti

PONTASSIEVE – Samuele Fabbrini si è dimesso dal ruolo di capogruppo del PD nel Consiglio Comunale di Pontassieve. A darne l’ufficialità una nota dell’amministrazione comunale.

La scelta era stata annunciata dallo stesso Fabbrini pochi giorni fa, nell’ultima seduta consiliare dello scorso 1 ottobre 2015, motivata dagli impegni familiari previsti per l’imminente arrivo del terzo figlio che ridurranno il tempo fino ad oggi dedicato a questo compito.

Fabbrini, che ad inizio 2014 si candidò alle primarie per diventare il candidato Sindaco del centrosinistra di Pontassieve contro Monica Marini, fu successivamente scelto come capolista dal Partito Democratico per le elezioni comunali. A maggio 2014 ottenne 689 preferenze (il più alto numero di preferenze ottenute alle scorse elezioni locali) ed anche questo fu elemento che portò il PD a sceglierlo come capogruppo.

Visto l’imminente impegno che mi sarà richiesto in famiglia con l’arrivo del terzo figlio ho valutato che non riuscirò almeno per un periodo a coprire questo mio ruolo e l’impegno da capogruppo – ha detto Fabbrini lo scorso 1 ottobre in Consiglio Comunale – Ritengo che il contributo che uno può dare sia giusto e proporzionale al ruolo da ricoprire. Nei prossimi mesi, nel prossimo periodo, non riuscirò a portare il giusto contributo che questo ruolo richiede, quindi mi sostituirà qualcun’altro di questo gruppo”.

A ricoprire il ruolo di capogruppo del PD sarà Marco Passerotti che alle scorse elezioni comunali ottenne la preferenza di 344 cittadini. Cittadino di Montebonello in questi anni si è battuto, come Presidente dell’Associazione diabetici della Valdisieve, contro la chiusura dell’ambulatorio diabetologico al Poliambulatorio di San Francesco (Pelago) e a favore di migliori servizi sanitari nella zona.

Con questa decisione Fabbrini decide però di continuare a svolgere il ruolo di consigliere comunale, portando quindi nella sala consiliare proposte, dubbi e necessità dei cittadini che lo hanno eletto ma senza rappresentare i consiglieri del Partito di cui fa parte.