La Casa del Popolo delle Palaie festeggia 70 anni. Un film ne ripercorre storia e valori

PELAGO – Un film per ricordare la storia, i valori e il futuro della Casa del Popolo delle Palaie.

Con una iniziativa originale, supportata da amici e volontari, sarà festeggiato il 70° compleanno di uno storico punto sociale della comunità pelaghese.

Giovedì 26 ottobre, alle ore 21.15, presso il Cinema Accademia di Pontassieve, sarà ricordato quando nel 1945, con le macerie dei bombardamenti, fu costruita la Casa del Popolo. Un faticoso lavoro durato una lunga serie di domeniche e tante braccia di volontari che gratuitamente si costruirono la struttura.

Per farlo hanno deciso di farlo con un video, un film. Così, partendo da una storia inventata, i volontari e frequentatori del circolo hanno deciso di diventare attori e personaggi di un film di Renzo Rosati, con la regia di Fabio Rubino, montaggio e fotografia Juri Bassi. Un modo per ripercorrere le tappe della memoria.

Ci siamo trovati la sera per le prove e alcuni si sono ritrovati nei panni di quegli anni – ci rivela Renzo Rosati – ma è stato bello farlo insieme, giovani e meno, a riscoprirci di nuovo insieme, senza internet, una volta tanto”.

La storia del film è inventata ma racchiude i sapori e le esperienze passate in questa porzione di provincia fiorentina.

Per farlo è stato affrontato il percorso sociale e umano di una famiglia toscana dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, attraverso i principali passaggi epocali e generazionali: la liberazione, il referendum e le speranze della rivoluzione sociale. Poi l’abbandono delle campagne e le prime conquiste del benessere e fino al turbine sessantottino.

Secondo Marcello Innocenti, Presidente del circolo delle Palaie, questo appuntamento vuole ricordare da dove veniamo e come ci siamo arrivati e – come lui stesso ci scrive – “La libertà, la democrazia, la coscienza sociale, quelle che i nostri padri e nonni hanno lottato per darcele

Il film – ci rivela Rosati – racchiude scene di vita, eventi familiari, conflitti sociali, disseminati nello spazio degli anni da ricordare, potremmo dire che sono gli anni – quelli – da cui veniamo. “Le scene si susseguono scandite nei vari passaggi della storia, legate fra loro da pellicole tratte da filmati d’epoca e con la voce narrante, fuori campo, che fa da guida” conclude Rosati.

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