PONTASSIEVE – “Non accetteremo che l’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve sia dichiarata morta, dall’oggi al domani” perché a fallire non è stata l’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve ma il Partito Democratico dove “risiedono miopia, cause e responsabilità”.
Arriva il duro affondo delle forze di opposizione della Valdisieve che, in una nota congiunta, hanno voluto esprimere compatti la loro posizione rispetto al dibattito innescato negli scorsi giorni sul futuro dell’Unione di Comuni, che sfocerà con il Consiglio straordinario del 26 gennaio, e sulla possibile fusione tra i Comuni della Valdisieve su cui si sono espressi il PD di Pontassieve, il PD di Rignano sull’Arno, il PD di Rufina e Pelago , alcuni consiglieri del PD di Rufina e il movimento “Pelago 2.0”.
I consiglieri di opposizione che siedono nel Consiglio dell’Unione dei Comuni – che fanno parte del Movimento 5 Stelle di Pontassieve, Percorso Comune di Londa, Percorso Comune di Rufina, Rignano Passione in Comune, San Godenzo per un Comune di tutti, Pelago Insieme per Cambiare – definiscono le ultime dichiarazioni degli esponenti di maggioranza come “ambigue” poiché, dopo essere stati fra i massimi sostenitori dell’Unione e dell’efficienza che inevitabilmente sarebbe derivata dalla gestione associata dei servizi, oggi la dichiarano improvvisamente fallita, indicando la nuova via nella fusione fra Comuni.
“Nessuna forza politica di opposizione appartenente ai Comuni dell’Unione ritiene minimamente accettabile che sia calata dall’alto alcuna scelta in merito al futuro di tale organo, senza un confronto aperto ai cittadini – dicono nella nota Fabio Rubino, Francesco Tapinassi, Lorenzo Rosini, Marco Bosi, Tommaso Cuoretti, Claudio Cherici e Simone Gori – né tantomeno che esponenti di primo piano del Partito Democratico, artefici del fallimento, possano oggi fuggire dalle proprie responsabilità indicando la soluzione nella fusione fra Comuni”.
Secondo quanto espresso dalle opposizioni “Nessuna fra le nostre forze politiche accetterà che l’Unione sia dichiarata morta, dall’oggi al domani, senza che ai cittadini ne siano spiegate le cause e le responsabilità – precisano – Cause e responsabilità che risiedono nella miopia con la quale il PD, al governo in tutte le sedi amministrative coinvolte, ha costruito l’Unione dei Comuni”
Le opposizioni affermano che fino ad oggi non si è tenuto conto delle similitudini organiche del territorio e delle risorse e l’azione non è stata guidata dal reale interesse di raggiungere maggiori efficienze nella gestione dei servizi, e che – anzi – “inseguendo altri obiettivi” si è arrivati alla costruzione di una cattiva Unione, senza risparmi di spesa, senza migliori servizi per i territori, senza utilità per i cittadini.
Le opposizioni poi criticano l’assenza di trasparenza e partecipazione che ha avvolto l’operato delle amministrazioni che – secondo quanto denunciano – hanno associato servizi in ordine sparso, senza una coerenza complessiva, “in maniera così poco lineare che appare essere un processo per tentativi, con frequenti passi indietro e ripensamenti”.
“Dinanzi alle proposte di gestione associata dei servizi presentate negli anni – precisano – le opposizioni hanno frequentemente richiesto nei Consigli comunali che si potessero verificare i risultati già ottenuti in termini di efficienza e risparmi, senza ottenere risposte soddisfacenti; dobbiamo perciò pensare che la maggioranza fosse così certa dei miglioramenti, da ritenere superflue verifiche e valutazioni in corso d’opera”.
Infine i gruppi di opposizione chiedono che venga messa al centro l’azione dei consigli comunali. “Qualsiasi prospettiva futura richiederà comunque una visione politica di lungo periodo – concludono – che tenga conto delle necessità delle amministrazioni con minori risorse, che ponga i singoli Comuni e i Consigli comunali al centro del processo decisionale in qualità di enti ed organi vicini ai cittadini e di essi maggiormente rappresentativi, ultimo baluardo di democrazia partecipata in questo momento storico; la maggioranza si assumerà altrimenti la responsabilità di ulteriori scelte di corto respiro”.