PONTASSIEVE – Il commercialista di Pontassieve arrestato lo scorso 18 febbraio dalla Guardia di Finanza in una operazione atta a smascherare una frode fiscale da 95 milioni di euro, non è più agli arresti domiciliari.
A deciderlo il Tribunale del Riesame di Firenze che, con un’ordinanza dell’11 marzo, ha annullato all’imputato la misura cautelare.
Era stato arrestato per frode durante l’operazione l’operazione “Riso Amaro” per fermare un sistema collaudato di due società che – come rivelò la Gdf – ottenevano appalti che venivano sub-appaltati a cooperative e società di capitali create appositamente e che successivamente, anche grazie al supporto di due commercialisti, evadevano le tasse emettendo fatture false senza versare così, dal 2006 al 2014, 95 milioni di euro allo Stato.
L’operazione ha portato agli arresti domiciliari 5 persone tra Firenze e Pavia. Gli indagati a vario titolo sono 14. I capi d’imputazione contestati agli stessi sono complessivamente 70.
A rivelare l’annullamento della misura cautelare dell’arresto sono stati i difensori dell’indagato. Come richiesto dagli stessi l’arresto e il sequestro preventivo – disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) – sono stati annullati dal Tribunale del Riesame ordinando la liberazione e la restituzione di quanto sequestrato.
Ora si attendono gli sviluppi procedimentali della vicenda. Come ci riferiscono gli avvocati dell’assistito questi dipendono dalle decisioni del Pubblico Ministero, cui compete l’eventuale esercizio dell’azione penale.