PELAGO – La SR70? “Entro l’anno avremo il progetto definitivo della Regione per metterla in sicurezza”. Il futuro dell’area ex cementificio? “Lo capiremo solo dopo la bonifica”. Il Polimabulatorio? “Potrebbe essere riqualificato con servizi sanitari che oggi mancano”.
Dopo due anni dalla sua elezione a Sindaco di Pelago, Renzo Zucchini fa il punto della situazione e, programma elettorale alla mano, lo stesso con cui si presentò alle elezioni amministrative del 2014 vincendo con il 56,28% dei consensi, fa lo stato dell’arte e, intervistato da Sieve Notizie, ripercorre le promesse mantenute, quelle ancora da attuare, le difficoltà e le sfide che Pelago dovrà affrontare nel prossimo futuro.
A quasi metà mandato Zucchini elenca le molte le opere fatte, come alcuni interventi di risistemazione nelle scuole di San Francesco, Pelago e Diacceto. Altre in dirittura di arrivo, come la realizzazione del nuovo marciapiede a Diacceto o il parcheggio in zona cimitero a Pelago capoluogo. Tante le opere in fase di studio, come la messa in sicurezza della SR70 e la pedonalizzazione di Piazza Ghiberti. Altre opere ancora non partire, come la riqualificazione di Piazza Verdi o il collegamento pedonale a Palaie.
In due anni la raccolta differenziata è aumentata grazie all’introduzione dell’e-gate, il digital divide si è ridotto e l’idea del social-housing a Palaie è ancora attiva con qualche recente interessamento.
Ci sono ancora tre anni per completare i molti punti del programma elettorale proposto ai cittadini, Zucchini lo sa, “non si può fare subito un programma di cinque anni”, ma ha tutto ben chiaro: tempi, fattibilità, difficoltà per portarlo fino in fondo.
Per fare un piccolo bilancio di quanto fatto e sugli sviluppi di alcuni macrotemi abbiamo deciso di intervistarlo.
Zucchini, nel suo programma poneva la concretezza come fattore distintivo del vostro futuro operato. E’ stato così in questi primi due anni?
Si, la concretezza è stata la cornice e la filosofia con cui si è svolta l’attività. Il comun denominatore della nostra azione è essere chiari fin da subito. Capire se una cosa è fattibile, se va approfondita o se non si può fare. Senza slogan ci guida l’operare in modo chiaro, concreto e trasparente.
In questa seconda legislatura la sua squadra amministrativa è stata in parte rinnovata. Come avete lavorato in questi due anni?
Sono molto contento della giunta e del Consiglio Comunale. Sono rimasto contento della scelta degli assessori per l’impegno di Povoleri e Tanini Cosi, presenti anche nella precedente legislatura, ma anche per Fallani e Rimini, nuovi assessori che hanno lavorato bene. Contento anche per il Consiglio Comunale, sia per gli eletti in maggioranza che per l’opposizione, con cui c’è stato un rapporto di condivisione.
Tra le varie “sfide” che vi eravate posti nel programma elettorale c’è il superamento del termovalorizzatore. E’ una sfida che state vincendo?
Molte delle sfide che ci siamo posti non riguardano solo il Comune che amministro e quindi non possono essere vinte da soli. Mi sono speso molto per eliminare l’impianto di Selvapiana dal Piano regionale dei rifiuti e negli ultimi due anni, entrato a far parte del direttivo dell’ATO Toscana centro in rappresentanza dei Comuni della zona, è stata fatta una battaglia. Su questo tema è stata trovata una intesa che si concretizzerà a breve con l’eliminazione dell’impianto dalle previsioni della Regione. Una sfida che ci eravamo posti e che vinceremo.
Sulla viabilità? Nel programma proponevate il completamento di opere viarie come SS67 e SR70. Ci sono difficoltà?
Pur non riguardandoci direttamente, sulla SS67 ho ritenuto doveroso da parte di tutta la collettività di Pelago sostenere questa battaglia e mi sembra che qualcosa si sia mosso. Sulla SR70 un risultato è stato raggiunto con la firma di un protocollo d’intesa che entro l’anno ci porterà ad avere il progetto definitivo per mettere in sicurezza le due curve dove si registrano più incidenti. Questo anche grazie al grande lavoro dell’assessore regionale ai trasporti Ceccarelli.
A San Francesco ci sono due grandi problemi ancora non risolti. Uno di questi è il futuro dell’ex cementificio. Quale lo stato attuale?
Da parte di Italcementi è stata presentata la richiesta di dismissione della miniera e, appena sarà conclusa la bonifica degli strumenti da parte di Colacem, sarà compito di Italcementi, proprietario dell’area, valutare cosa fare. Spero che anche l’arrivo di Heidelberg, diventato socio di maggioranza di Italcementi, possa dare una svolta anche a quell’area. Essendo un’area privati il Comune può solo seguire lo sviluppo della vicenda su cui ci teniamo aggiornati. Dopo la bonifica attendiamo novità.
L’altro problema è sul versante sanitario. Quale il futuro del Poliambulatorio di San Francesco anche rispetto alla Casa della Salute prevista a Pontassieve?
L’assessore regionale alla sanità Saccardi lo scorso dicembre ha detto pubblicamente che al momento non sono presenti i finanziamenti per realizzare la Casa della Salute a Pontassieve. Quindi è stato deciso di avviare uno studio tra Comuni, Regione e medici di famiglia per comprendere i bisogni della popolazione e l’offerta sanitaria già presente sul territorio, compresa quella fornita dai privati convenzionati. Comunque è bene tenere presente che il Poliambulatorio di San Francesco c’è e potrebbe essere ristrutturato concentrando in questa struttura tutti servizi sanitari che mancano nella zona in modo da offrire un livello adeguato di servizi ai cittadini. Entro la fine del 2016 chiariremo la situazione.
Altri tre anni per completare il programma elettorale. Ma per il futuro istituzionale Pelago sta spingendo per la fusione…
Credo molto nella discussione seria sulle fusioni di Comuni. Dobbiamo sgombrare il campo da pregiudizi sull’Unione di Comuni, che è la cornice istituzionale che tiene unito questo territorio e non è antitetica e alternativa alla fusione di Comuni. Credo che il percorso debba partire a livello politico, poi istituzionale e poi con il coinvolgimento dei cittadini. Pelago è stato l’unico ad aver definito l’ambito ottimale della fusione, ipotizzandola con Rufina e Pontassieve, ed abbiamo già detto il nostro pensiero in modo chiaro e trasparente. Noto però in questa fase un po’ di confusione e non c’è stata la stessa trasparenza da parte di altri. Se veramente si crede al processo di fusione, e non è solamente argomento di moda, la fusione va portata in fondo con un referendum nell’autunno del 2018 e se si vuole fare un processo partecipativo a tutti i livelli dobbiamo parlarne da subito e avviare seriamente la discussione, ma in modo chiaro, entro l’anno.