Pontassieve, Marini: “Primi due anni di legislatura? Belli ed intensi, tra la gente”

PONTASSIEVE – “I primi due anni di legislatura sono stati belli ed intensi”. Monica Marini, primo Sindaco donna di Pontassieve, eletta con il 74,45% dei voti a maggio 2014, riassume così i primi 24 mesi di lavoro alla guida del Comune più popoloso della Valdisieve.

Il programma elettorale dallo slogan “cambia passo” è vasto, definito in molti dettagli, ma ci sono ancora tre anni per mantenere le promesse fatte agli elettori. Con Sieve Notizie decide di fare il punto della situazione da quanto si è insediata nel più importante scranno di Palazzo Sansoni Trombetta.

Con orgoglio elenca i risultati ottenuti in questi primi due anni, dalla raccolta differenziata – che entro il 2017 prevede di toccare l’80% – agli interventi sul risparmio energetico – con infissi nei plessi scolastici e una nuova illuminazione pubblica – dalla sicurezza stradale – tra frane e Istituto Balducci – fino alla metanizzazione di Monteloro. Poi la partecipazione alla vita amministrativa, con i social network e la diretta streaming dei Consigli comunali, una giunta che – sottolinea – “non chiede rimborsi”, per passare al coinvolgimento di studenti universitari e delle scuole superiori in esperienze formative nell’amministrazione comunale.

Tanti i progetti in cantiere: finalmente la Regione ha sbloccato le risorse per la riqualificazione di Casa Rossa; è allo studio un progetto per unire e valorizzare il Parco Curiel e il Parco Fluviale; c’è una task force che sta studiando l’ampliamento della Biblioteca – “che ha comunque esteso l’orario di apertura” – e la eventuale nascita della ludoteca.

Tanti i temi ancora aperti – dal centro di riuso alla mensa a rifiuti zero, dalla cittadella dello sport alle zone wi-fi libere – e ancora macrotemi da affrontare, dall’Area ferroviaria alla fusione di Comuni.

Sono passati i primi due anni di mandato. Cosa crede abbia contraddistinto questa prima parte di legislatura?
Sono stati due anni belli ed intensi. Ho voluto instaurare fin da subito un rapporto diretto con i cittadini e riavvicinarli il più possibile alla politica e alle istituzioni, anche per comprendere i bisogni e le necessità, sopratutto grazie agli incontri, più di mille negli ultimi due anni, avuti con loro e con le associazioni. L’essere tra la gente, come promesso in campagna elettorale, è stato un elemento che ha caratterizzato il lavoro di questa amministrazione e le mie scelte, a partire dalla scelta delle persone della giunta.

A proposito di giunta. Ha deciso ed è pronta a scegliere il quinto assessore? Un rimpasto?
Entro metà della legislatura, quindi entro l’anno, si completerà la giunta. Non ho ancora deciso il quinto membro ma ho deciso il profilo della persona, che risponde alle caratteristiche con cui ho scelto gli altri quattro. La mia giunta sta lavorando benissimo e non ho nessun motivo per fare un rimpasto.

Uno dei macrotemi del suo programma elettorale era la riqualificazione del centro storico…
Abbiamo costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare per costruire un progetto di riqualificazione del centro storico sulla base degli indirizzi condivisi con le associazioni di categoria e i residenti. Ma il lavoro sul centro storico è più ampio e già avviato, parte dalla volontà di concentrare qui grandi iniziative e manifestazioni, dal progressivo recupero di spazi comunali nell’edificio della biblioteca e la futura ludoteca o ad esempio, entro l’estate, l’applicazione di un semaforo Ztl all’ingresso del borgo per chiarire orari di ingresso e sicurezza dei pedoni ma anche una possibile riqualificazione dei collegamenti pedonali lungo Sieve. E’ un lavoro giornaliero che stiamo costruendo.

Altro grande tema è l’Ex area Ferroviaria, ferma ormai da troppi anni. Qual’è la situazione attuale?
Sull’utilizzo dell’area, dopo aver scartato l’intervento deciso precedentemente perché risultato troppo impattante, abbiamo rimandato la riflessione ad un nuovo Piano strutturale. Nel frattempo, per avere una idea più chiara, abbiamo fatto un rilievo del ferro presente nell’area che potrà essere rivenduto, stiamo preparando le procedure per affidare l’indagine sulla presenza degli ordini bellici, una indagine per capire se l’area è inquinata, quanto è inquinata e che bonifica sarà necessaria e stiamo procedendo alla rimozione dell’amianto. Queste operazioni ci consentiranno di avere dati chiari mentre immaginiamo destinazioni d’uso e cerchiamo finanziamenti. Vorrei destinare quest’area a varie funzioni come parco pubblico, parcheggio scambiatore, servizi pubblici, cultura.

Quindi anche la Casa della Salute? Lì a che punto siamo? Si farà o no?
In questo momento stiamo discutendo con l’Asl per capire se ci sono le risorse. Ma a me non piace il Piano B. Voglio perseguire il Piano A e fino a che siamo a discutere lavorerò per realizzare la Casa della Salute a Pontassieve. Entro l’anno una strada la prenderemo. Poi dovremo tener conto della riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali e c’è il ruolo del volontariato socio-sanitario. Vorrei fare la Casa della Salute e rafforzare i servizi territoriali anche in collaborazione con il privato sociale.

Il futuro di Pontassieve passa anche dal riassetto istituzionale. Lei ha criticato molto l’Unione di Comuni…
L’unione non può essere una cassa di compensazione dei problemi e un luogo dove si pensa di risolvere i problemi di bilancio dei Comuni. L’Unione deve essere un luogo dove mettere insieme i servizi e dare qualcosa in più ai cittadini, ma ora qualcosa non torna. È necessario risolvere i problemi dei singoli Comuni, perché si reggano da soli, e poi fare un ragionamento su uno strumento come l’Unione che possa dare un valore aggiunto. La riflessione a cui invito è quella di premere l’acceleratore sulle fusioni, mettere a posto la situazione dei comuni, essere più forti da un punto di vista economico e politico e poi immaginare anche una futura Unione della zona sud-est composta da tre-quattro grandi comuni. In quel caso credo che l’Unione potrà essere un valore aggiunto.

Quindi le fusioni come scenario futuro? Ma con chi si vuole fondere Pontassieve?
Sono per spingere sulle fusioni in modo deciso. Considerati i dati recentemente elaborati da Irpet e ritenendo che siano già acquisiti in questo territorio gli aspetti relazionali, storici, identitari e politici credo sia arrivato il momento di concretizzare una proposta. Nella mia visione penso a come era anticamente questa zona in cui erano unite Rufina, Pelago, Pontassieve e Rignano sull’Arno. Questo potrebbe essere il punto di partenza su cui lavorare, anche guardando alla Città Metropolitana e alla Grande Firenze. E’ arrivato il momento di avanzare una proposta a livello istituzionale e provare a capire chi è che l’accoglie. Alla fusione ci si arriva anche prima della fine della legislatura se c’è la volontà di tutti. Prima le fusioni poi si ragione su tutto il resto.

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