PELAGO – Aveva mandato una lettera alla Città Metropolitana per chiedere un servizio bus migliore nel tratto Saltino-Pontassieve rispondendo alla richiesta che i cittadini avevano posto facendo presente che il sovraffollamento era causato da molti richiedenti asilo che non pagano il biglietto.
Una lettera ufficiale, che riporta senza filtri il problema specifico indicato dai cittadini. Un documento che, sostenuto da alcuni residenti, ne ha indignati altri che hanno redarguito – come ha fatto l’opposizione – un utilizzo istituzionale di parole più adeguate di fronte ad una emergenza che deve essere gestita senza fare distinguo o differenze.
Oggi il Sindaco di Pelago, Renzo Zucchini, decide di chiarire, replicare e puntualizzare su Sieve Notizie i motivi e contenuti di quella lettera – o meglio due lettere – inviate a fine dicembre.
Sindaco, la lettera ha creato qualche malumore e protesta. Era necessario, nelle richiesta di un miglior trasporto, fare riferimento ai richiedenti asilo?
La lettera è stata mal interpretata e forse c’è stato un nostro errore di comunicazione, ma dettato unicamente dalla trasparenza e non dal razzismo, come qualcuno vuol alludere. Sul territorio che viene attraversato dalla corsa del bus Saltino – Pontassieve sono ospitati circa 120 richiedenti asilo a Vallombrosa-Saltino e 60 a Tosi, ossia potenziali passeggeri. Questa è la realtà. La richiesta andava motivata e l’emergenza specificata, descritta con l’obiettivo di far comprendere a tutti gli Enti interessati, compresa la Prefettura, le esigenze specifiche e offrire un servizio adeguato per tutti tenendo conto che si tratta in certi orari di corsa sostitutiva del nostro trasporto scolastico verso la scuola media di San Francesco.
Si, ma dire anche che non pagano il biglietto. Non si rischia di innescare un pregiudizio che poi influisce negativamente sulla convivenza e sull’integrazione?
Il problema del biglietto rientra nell’ampio ambito della legalità che, se violata, trova ovviamente opposizione tra chi rispetta le regole. Dovrebbe essere sempre così. E’ e deve essere così per tutti, senza distinzioni. Mi è parso giusto riportare la preoccupazione dei cittadini di Paterno che me lo hanno fatto presente anche perché, secondo gli accordi tra Prefettura e Cooperative che si occupano dell’accoglienza, il diritto allo spostamento e risorse per prendere i mezzi pubblici ci devono essere. Quindi il biglietto, come prevede la legge, può e deve essere pagato. Senza accuse ai richiedenti asilo e senza scuse per chi se ne deve occupare.
Certo, ma posta in modo semplice poteva subire interpretazioni varie. Anche per questo l’opposizione ha parlato di una sua caduta di stile…
Coloro che si stanno preoccupando della forma, dello stile e delle parole sono le stesse persone che non si sono mai impegnate minimamente nel fare accoglienza ed integrazione, concetti che per loro continuano a rimanere astratti: in questo ultimo anno e mezzo io non ho mai visto il consigliere Rubino o altri del suo gruppo partecipare ai diversi progetti o anche ai tanti momenti di festa, comprese le tante partite di calcetto, che questa Amministrazione ha messo in campo per cercare di trasformare la semplice accoglienza in una integrazione il più possibile partecipata dei richiedenti asilo di cui io conosco il numero e il loro nome e di cui mai ho pensato di ignorare la dignità . Trovo singolare ricevere lezioni dall’opposizione che negli ultimi due anni, oltre a votare favorevolmente quasi tutti gli atti – o al massimo si astengono – oggi fanno i paladini sulla forma e non sulla sostanza. Se si limitano a questo forse quello che abbiamo fatto e stiamo facendo, anche sul fronte dell’accoglienza e dell’immigrazione, tanto male non deve apparirgli.
Il Comune si è impegnato ad includere e far partecipare i richiedenti asilo arrivati sul territorio, ma avete anche scritto ufficialmente la vostra contrarietà ad accoglierne altri…
Sul territorio abbiamo fatto con entusiasmo molti progetti, spesso con giovani volontari, facendogli vivere il contesto sociale con lavori socialmente utili o insegnandogli, sottoforma di scambio culturale, la lingua italiana. Mi preme specificare ancora una volta, perché voglio che sia chiaro, che il Comune non decide nulla relativamente all’accoglienza dei migranti, un processo che riguarda unicamente il Ministero attraverso la Prefettura che trova sui territorio luoghi idonei ad ospitarli. Qui li ha trovati, ma il Comune viene solo avvertito e sul merito nulla decide. Il nostro compito, non marginale, è trovare sinergie, equilibri e collaborazione per far sì che la loro presenza non sia solo una presenza statica ma appunto dentro un percorso di integrazione, inclusione. L’isolamento è la forma peggiore, per tutti. Per questo abbiamo scritto che ulteriori arrivi ( si parla di 25) e soprattutto nella stessa struttura di Paterno che ne ospita già 26 farebbero svanire tutti gli sforzi fatti fino ad ora tenendo conto che in quella zona ce ne sono circa 180 fra Tosi e Vallombrosa.
Ma se le istituzioni preposte decideranno di far arrivare altri richiedenti asilo sul territorio?
Siamo una istituzione seria e davanti ad una emergenza e persone in difficoltà, nell’ambito di conflitti bellici e crisi umanitarie, non ci tiriamo mai indietro. Ma non possiamo nascondere le difficoltà, sarebbe sciocco omettere che certe dinamiche legate all’accoglienza possono creare grandi problemi organizzativi e sociali su un territorio, soprattutto quando, in modo repentino, molte persone di un altro paese, di cultura diversa e con storie non semplici arrivano ad essere come il 20% della popolazione residente. Non ci sottraiamo ad un dovere istituzionale, ma dobbiamo essere messi in condizione di adempiere al meglio alla responsabilità umana e civile verso queste persone. Per questo auspichiamo tutto quello concertato fra Ministero dell’Interno e Anci per il riequilibrio all’interno della Toscana fra le varie provincie e cioè che vengano accolti in quei Comuni che ancora non hanno accolto alcun richiedente asilo.