EDITORIALE – La fusione di Comuni in Valdisieve è un tema finito nel dimenticatoio. Per il troppo attendismo, calcoli politici, campanilismi, timori e opportunità, la questione è uscita di scena.
Il dibattito sulla fusione, che tra gennaio e giugno 2016 sembrava essersi timidamente avviato, è piombato nel silenzio più assoluto, smorzato solo da Dicomano e San Godenzo che, nei giorni scorsi, hanno annunciato di voler iniziare un percorso insieme.
A Pontassieve, Rufina e Pelago – dopo 6 mesi di incontri, dibattiti, proposte e documenti – l’argomento è uscito dall’agenda politica. Del tema non se ne parla più esattamente dal 27 giugno 2016, quando in extremis fu scongiurata l’uscita di Pontassieve dall’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve. Quell’acceso consiglio comunale pontassievese fu l’ultimo momento in cui in Valdisieve si è parlato pubblicamente di fusione di Comuni.
Ma quando in politica domina il silenzio a parlare sono i fatti. In 8 mesi nessuno dei tre comuni della Valdisieve si è mostrato realmente intenzionato a discuterne ed avviare un percorso di fusione.
A Pontassieve i diversi incontri promossi per parlare del tema – con tanto di studi – non hanno prodotto un documento, una sintesi, una idea di fusione: Nulla è stato ufficialmente presentato. A nulla hanno portato le affermazioni della Sindaca Marini che, ad inizio 2016, auspicò di “cogliere l’opportunità del referendum costituzionale per promuovere un referendum sulla fusione di Comuni” (Quando il referendum doveva essere ad ottobre) per poi smentirsi – a giugno (Quando il referendum fu spostato a dicembre) – sul fatto che una fusione entro l’anno era impossibile per mancanza di tempi tecnici . Infine, nel Consiglio comunale che approvò la permanenza dell’Unione di Comuni, la giunta si impegnò di chiedere ai Sindaci dei Comuni contermini di far arrivare il tema sui banchi dei rispettivi consigli comunali entro la fine del 2016. Ma, da quanto si apprende, l’invito non è mai partito (Per l’esattezza si apprende che non è mai arrivato) e sui banchi del consigli il tema mai affrontato.
Anche a Rufina – Comune che non è mai sembrato favorevole alla fusione – dopo aver elaborato accurate slide che ipotizzavano 5 possibili fusioni , definendo le convenienze economiche di ogni combinazione, il tema è stato messo in un angolo. Il Sindaco Pinzani aveva annunciato e promesso “incontri con i cittadini” per presentare quel documento alla popolazione ed iniziare una discussione sul futuro. Da quell’annuncio non abbiamo registrato la promozione di manifestazioni, incontri, dibattiti e discussioni né sulle slide né sul tema, finito probabilmente in un cassetto.
Nel mezzo Pelago che, pur essendo stato il primo, a livello di maggioranza politica (PD locale) ed amministrativo, a dire subito con chi voler fare la fusione di Comuni, ha lanciato il sasso continuando a guardare, credendo di aver già esaurito il suo compito. L’unica cosa che ha provocato è stata indifferenza. Oggi stanno ancora a guardare rivendicando il primato di esser stati i primi a muoversi. Magra consolazione.
In tutto questo scenario si insinua la prossima elezione a Rignano sull’Arno – Comune con cui Pontassieve ha un certo feeling e su cui non si esclude una fusione – che tra poche settimane andrà al voto e che forse, con 5 anni di legislatura davanti, non avrà tutta questa fretta di fondersi. Potrebbero smentirlo esplicite candidature per una legislatura breve e di scopo. Ma lo scopriremo in campagna elettorale.
Nel silenzio, appunto, parlano i fatti. E niente, negli ultimi 8 mesi, è stato fatto. Sia chiaro, la fusione di Comuni non è obbligatoria – anche se quasi tutti la definiscono una “opportunità da cogliere” (senza coglierla) -, e che se non la si vuole perseguire basta dirlo. Per questo risulta singolare vedere che il dibattito è morto ancor prima di cominciare, anche tra le forze di opposizione, tutte intente a capire lo scenario e tutte divise sul da farsi, contrarie o semplicemente in attesa della maggioranza. Perché – riprendendo la canzone di Enzo Jannacci – per mesi abbiamo assistito al dibattito sulle fusioni come un “Vengo anch’io. No tu no”. Tutto per “Vedere di nascosto l’effetto (politico) che fa”.
Ma il tema è veramente morto? Alcuni esponenti ed amministratori del PD in Valdisieve confermano, alcuni a malincuore altri meno, che la discussione sulla fusione è ormai sotterrata da altro e che, in previsione anche del confuso quadro politico nazionale che potrà emergere nelle prossime settimane, l’impegno del PD locale sarà probabilmente concentrato su versanti diversi. E al di là delle posizioni di rito in cui tutti si dicono favorevoli alla fusione – tutta forma e niente sostanza, lo dicono i fatti – ora non conviene parlarne o prendere posizione. Figuriamoci fare un atto concreto. Se ne riparlerà, forse, nel 2018. Alcuni indicano più probabile che il tema sarà ripreso solo da giungo 2019, dopo le elezioni comunali.
Chissà, dopo 8 mesi di silenzio senza fatti, potrebbero arrivare frettolose smentite, spiegazioni su questo singolare vuoto sul tema, o prese di posizioni decise per poi – chissà – tornare a “vedere di nascosto l’effetto (politico) che fa”.