Pelago, la scuola è finita ma tra i banchi arrivano i "Genitori Attivi"

PELAGO – Se la scuola è finita, o sta terminando, a Pelago si sta riempiendo di genitori, per l’esattezza di “genitori attivi”.

Sfruttando l’assenza di bambini e ragazzi, i genitori – muniti di cacciavite, pittura e olio di gomito – stanno entrando negli spazi dedicati ai propri figli per migliorarne l’ambiente, renderli più sicuri e belli.

Si chiama appunto “Genitori Attivi” il progetto che, partito sabato scorso all’interno della Scuola dell’Infanzia “Italo Calvino” di Diacceto, rende protagonisti babbi e mamme che, rispettando tempi e capacità di ognuno, si rendono protagonisti e danno il proprio contributo per rendere migliore l’ambiente scolastico.

Il progetto nasce dallo stesso desiderio dei genitori che, trovando nella scuola e nel Comune un sostegno, hanno ufficialmente iniziato ad entrare nelle scuole del territorio, e lo faranno anche nei prossimi mesi, per fare piccole opere di manutenzione degli edifici e delle aree verdi pertinenti, come verniciature e sistemazione dei complementi di arredo.

Il progetto, sviluppato dall’Istituto Comprensivo di Pelago in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, ha l’obiettivo di realizzare un rapporto sempre più stretto e integrato tra scuola e territorio attraverso il coinvolgimento dei genitori nella realtà scolastica.

E’ un progetto a cui teniamo molto perché nasce dal basso, direttamente dai genitori – afferma Alessandra Cuccuini, Assessore alla Scuola del Comune di Pelago – E’ la scuola che si fa attore protagonista del territorio attraverso le persone che la vivono ogni giorno“.

Ma, tiene a sottolineare, non è un impegno utile a compensare una carenza di servizi o manutenzione, anzi.

Qui non si tratta soltanto di colmare alcuni limiti di intervento. Il progetto, al contrario, vuole sviluppare l’attaccamento e il senso di cittadinanza (dei più grandi e dei più piccoli) attraverso la cura dei luoghi – conclude Cuccuini – Una scuola buona è una scuola bella, ed è bella se tutti la vivono e la abitano proprio come uno spazio che appartiene a ciascun cittadino“.

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